9 Dicembre 2013 • 1 commento

Pomeriggio alla Florence Biennale

Mostre

Sabato pomeriggio sono stata a vedere la Florence Biennale: era un po’ nascosta, nel sottosuolo della Fortezza da Basso (pensare che ero lì sopra per la BTO due giorni prima!), ma decisamente interessante. Quando posso, cerco di visitare le mostre di arte contemporanea, seppur non ne capisca molto, perché mi affascinano e mi riempiono di stimoli. A cominciare dal fatto che sotto questa etichetta si racchiudono stili e tecniche così diverse fra loro: da semplici ritratti abbastanza similari alla realtà, ad oggetti stravaganti e bizzarri che lì per lì scambi per l’angolo del rigattiere.

florence biennale 2013Sono consapevole che per un pubblico di massa molte di queste opere sono troppo fuori dagli schermi della bellezza artistica alla quale ci hanno abituati. Noi che viviamo nella culla del Rinascimento e siamo cresciuti a pane e prospettiva e ad apprezzare il bello inteso come l’equilibrato, il raffigurativo, il compiuto… possiamo far fatica ad accettare chi non rispetta questi canoni. Ma è proprio questo il lato bello! E il fatto che molti di questi artisti provengano da Paesi remoti, dove appunto l’arte segue altri canoni e criteri, non può che arricchirci.

20131208-181944.jpgGirare per le sale della mostra e cercare di capirci qualcosa non è facile. Il titolo, l’autore non ci aiutano spesso a capire il senso. Per fortuna in molti casi l’artista era presente e quindi si creavano momenti di contatto, utili per capire e conoscere una filosofia di vita, una visione o un messaggio.

20131208-181950.jpgHo avuto il piacere di fermarmi a chiaccherare con una signora americana del Montana, Carol Hartman, che guida l’Harley Davidson e vive in un posto dove il più vicino di casa sta a 65 miglia di distanza. Una donna che è preoccupata per la conservazione del suo ambiente naturale, minacciato da sfruttamenti industriali invasivi, e che rappresenta il senso di isolamento (e senso) di ogni individuo in questo quadro: ogni pezzetto è a sè stante, ma nell’insieme compongono qualcosa di bello. Può piacere o no, ma è un bel messaggio, no?

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Poi ho parlato con un pittore svizzero convinto che ognuno di noi abbia al suo fianco un angelo, qualcuno che è nascosto (ecco perché l’uso del colore blu, anzichè giallo, ovvero luce) e che ci accompagna nei momenti di solitudine, di tristezza, di insicurezza. Non ce ne accorgiamo sempre, ma se a un certo punto scompare, ecco che ne sentiamo il vuoto.

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Infine ho fatto due chiacchere con un artista brasiliano, che vede il mondo diviso in due: ON e OFF. La parte tecnologica, dove i colori sono freddi, le persone isolate perché troppo circondate da dispositivi (iPad, tablet, telefono, pc, ecc.) e la parte senza tecnologia, dove le persone ballano, cantano, suonano, socializzano e i colori sono caldi. Potrei non essere così concorde sulla sua visione, ma è simpatica come visione.

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Molto bella l’installazione di Beat Kurt, un regista che lavora di sovrapposizioni di immagini, luci, ombre. Entrare nel suo spazio era una sensazione molto piacevole.

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Di quadri e opere di impatto ce n’erano tanti, vi lascio con un po’ di scatti. Ho fatto un po’ di collage.

20131208-181959.jpgC’era persino un parrucchiere che faceva acconciature molto artistiche! Se volevi farti notare, era l’ideale.

Ho mancato per pochi minuti (sob) Anish Kapoor, peccato. Alcuni quadri, come questo di Hanna Fluk, avevano un significato abbastanza immediato.

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pat
pat
10 anni fa

certo che con questa proposta è difficile far appassionare un fiorentino a qualcosa di diverso che non sia esposto agli uffizi. è come per le colazioni al bar. se la brioche a firenze è una roba indecorosa il fiorentino dirà sempre che non c’è niente di meglio della colazione a casa o del budino di riso (che è una cosa molto lontana dal mio senso del gusto). senza fare troppi km basta andare alla triennale a milano per vedere cose belle.