25 Ottobre 2017 • Nessun commento

Trattoria del Pennello in centro a Firenze

Ristoranti

Qualche sabato fa ero in centro a Firenze per motivi personali. Quando si è fatta una certa ora, dovevo decidere se tornare a casa per cena o fermarmi in centro. Lì per lì ero in dubbio: dove andare? non avevo voglia di etnico, né di pizza, volevo qualcosa di buono, ma mi domandavo se trovare un tavolo di sabato sera, senza prenotare, fosse possibile. Le trattorie dove vado in genere sono aperte solo a pranzo (come il mitico Sergio Gozzi).

Mentre scorrevo sul mio telefono, la lista dei ristoranti “da tornare”, mi è sbucato fuori il nome della trattoria Il Pennello in via Dante Alighieri. Uno di quei posti che temi sempre essere troppo turistici, ma il fatto che siano ancora lì, a lavorare, e con giudizi su Tripadvisor complessivamente buoni (per intendersi su 737 recensioni solo l’1% lo trova pessimo) ti fa pensare che forse può ancora valere la pena entrare.

Bisogna prendere coraggio, ignorare la zona – siamo a due passi dalla famosa “finta” Casa di Dante Alighieri – e badare alla sostanza. Incredibilmente, di sabato sera, erano sì belli pieni, ma qualche tavolo libero c’era. Ci hanno accolto con grande gentilezza e disponibilità, nonostante fossimo giunti alle ore 20, con bimbo piccolo dentro al passeggino, con entrambe le sale ricolme di clienti. Ho scoperto poi che esiste una terza sala interna.

Ho molto apprezzato il fatto che, appena entrati, ci siano venuti incontro, abbiano preso il passeggino, ovviamente richiuso, e lo abbiano portato, sopra le teste di tutti, fino al nostro tavolo! Per una volta niente musi lunghi, facce scocciate o attese in piedi fra camerieri nervosi.

Una trattoria storica fiorentina

E’ una trattoria tipica fiorentina, di quelle storiche: sia che si considerino gli ultimi 50 anni di apertura, sia la versione che ci racconta Vasari, di un’osteria aperta ben 500 anni fa da un pittore di poco talento, Mariotto Albertinelli, che decise di riversare la sua abilità manuale in cucina, e che annoverò fra i suoi clienti nientemeno che Michelangelo e Pontormo.

A memoria di questa storia il tondo con il ritratto del pittore, posto sulla facciata del palazzo, a inizio ‘900, dall’allora gestore del ristorante. Oggi ovviamente ci sono altre persone, altre storie, ma rimane la voglia di offrire una cucina toscana in un ambiente tradizionale.

Leonardo Romanelli lo ha definito ristorante “vintage”: e in effetti entrare dentro è come percorrere un viaggio indietro nel passato, con quegli ambienti un po’ anni ’60. Ma intanto le tovaglie sono di stoffa e non ci sono le inflazionate tovagliette di carta gialla. Il bicchiere per il vino c’è. Non sarà il calice di design, ma per i puristi del doppio bicchiere come me, che non amano mescolare acqua e vino, è una cosa da apprezzare.

I camerieri sono gentili, alla mano, ma senza scadere nel servizio improvvisato. Ci hanno fatto mettere a nostro agio, non erano scocciati per il bambino, gli hanno pure recuperato due cuscini, e ogni tanto facevano qualche battuta con noi.Il menù è molto focalizzato sulla cucina toscana, accompagnato da un menù del giorno attento alla stagionalità. Fra i primi non mancano ribollita e pappa al pomodoro. Fra i secondi presente la bistecca, l’ossobuco, il peposo, la carabaccia, la trippa e il lampredotto, e persino il cervello fritto! Ma ci sono anche piatti più adatti ai turisti, come gli spaghetti alla carbonara o alle vongole, e ai bambini, come la braciola alla milanese o gli gnocchi al pomodoro.

Io ho ordinato crocchette di baccalà per mio figlio, di 2 anni e mezzo, e se l’è divorate.

A seguire un risotto con i carciofi, sempre per lui. L’ha mangiato senza problemi, ovviamente mangiando più riso che carciofi. L’ho assaggiato: più che dignitoso.

Io ho preso il baccalà in zimino. Buono.

Il mio compagno una carabaccia, la classica zuppa di cipolle con pane e formaggio. Nella media.

E a seguire funghi alla griglia. Ottimi. E meno male perchè ci sono costati 15 €.

Alcuni piatti avevano l’aspetto di essere pronti e poi scaldati, all’ordine. O forse erano in parte già cucinati e venivano “rifiniti” al momento, come il risotto che è arrivato veramente in tempi rapidi. Ma il gusto era buono. Nel complesso si mangia bene, non posso lamentarmi di niente.

Eccezionale il dolce: non avrei mai ordinato la zuppa inglese, ma su invito del cameriere ho osato e l’ho trovata davvero squisita.

Buone anche le pere all’arancio. Gradite anche dal bimbo.

I prezzi sono corretti: abbiamo speso poco più di 50 €. Considerato dove eravamo e quello che abbiamo mangiato è un conto giusto.

Ho apprezzato nel menù del giorno, la presenza di piatti a base di verdure: senza snaturare la tipologia del ristorante dove ci troviamo, ovvero una trattoria tipica, si possono fornire soluzioni gustose anche ai vegetariani, che non sia la classica insalata: taglierini ai funghi, risotto ai carciofi, rigatoni alle melanzane, tagliatelle vegetariane… bravi!

Mentre cenavo ho sentito dai tavoli accanto anche la parlata toscana, segno che non è un soltanto un ristorante da turisti. Ci sono ancora fiorentini che vanno a cena in centro! Che bello.

Nel complesso se volete una trattoria con piatti tipici, non modaiola, più orientata alla sostanza che alle apparenze – beh forse qualche quadro lo cambierei! – con prezzi corretti e con servizio gentile, mi sento di consigliare Il Pennello.

Ecco i riferimenti

Trattoria del Pennello
Via Dante Alighieri 4/r Firenze

Telefono: 055 – 294848



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