31 Dicembre 2014 • 16 commenti
Un anno a Firenze: cosa è successo?
RistorantiQuest’anno ho deciso di fare un post diverso per la fine dell’anno… visto che mai come quest’anno Firenze si è rivelata vivace dal punto di vista culinario, ho deciso di tirare un po’ le somme e riepilogare le novità che ci sono state in questo 2014 (e molte altre arriveranno).
In questi mesi molte volte mi sono chiesta se Firenze ha numeri sufficientemente grandi per soddisfare questa grande offerta gastronomica, soprattutto di fascia medio alta. Il tempo ci darà una risposta e vedremo chi saranno i sopravvissuti o chi invece chiuderà.
Ecco cosa è successo a Firenze nel 2014
(dal punto di vista culinario)
Inizio con CIBI a pochi passi da Santo Spirito, in via delle Caldaie, aperto nel mese di febbraio.
Accà, pizzeria napoletana aperta a marzo nel quartiere di San Frediano, in quella via Pisana strapiena di locali e ristoranti.
Ad aprile dopo tante voci, rumors e smentite, ha inaugurato il primo piano del Mercato Centrale di San Lorenzo: un modo innovativo di intendere lo street food. Dopo pochi mesi già registravano il 1° milione di visitatori!
Più o meno in contemporanea, in piazza Repubblica arriva RED, lo spazio di Feltrinelli che sostituisce la vecchia libreria Edison, dopo mesi di polemiche e false leggende (aprirà un MacDonald, aprirà un Apple store, ecc.). Va così ad arricchirsi la concorrenza per Eataly (inaugurato nel dicembre 2013).
A Maggio ha aperto il Fosso Bandito alle Cascine. Definirlo ristorante è riduttivo, considerato che è anche spazio giochi per bambini, bar e giardino estivo.
Durante l’estate, zitto zitto, arriva in piazza del Carmine, Daniele Pescatore. Al posto dell’ex Cavalli Club apre il suo “Da Pescatore” dove finalmente può dedicarsi alla sperimentazione e alla composizione di piatti sempre più creativi.
Sempre in estate ha aperto sul lungarno di fronte a Ponte Vecchio il Caffè dell’oro del gruppo Ferragamo, sotto la guida dello chef stellato Peter Brunel.
A fine estate ha aperto invece un ristorante (anche) vegano in centro: si chiama Konnubio. L’ho provato solo una volta, non so come stia andando!
A settembre approda a Firenze Berberè, marchio di successo a Bologna, per proporre le sue pizze gourmet.
Non so esattamente quando ha aperto, ma l’Osteria di Poneta a Novoli mi ha subito conquistata!
A novembre riapre il Filipepe, con un’impronta completamente diversa rispetto al passato. Solo pesce, fresco.
La Bottega del Buon Caffè fresca fresca della sua prima Stella Michelin, dopo aver chiuso i battenti negli storici spazi di via Pacinotti, si sposta sul lungarno accanto alla torre San Niccolo’, al posto di quello che era Bistrot 69 e ingloba il nome con quello di Borgo Santo Pietro, lussuoso resort nel senese degli stessi proprietari. Il tocco della designer Jeanette Thottrup non passa inosservato.
A Dicembre si rinnova anche il Convivium, sia negli arredi che nelle proposte (wine bar, ristorante e catering, si affiancano alla gastronomia) con l’arrivo di Beatrice Segoni.
Vedremo il 2015 cosa ci porterà!
speriamo che il 2015 porti nei locali di firenze buoni odori, gusto per l’estetica dei piatti e dell’arredamento dei locali, attenzione alle materie prime, stagionalità dei piatti, contemporaneità, aggiornamento dei cuochi grazie a expo e non ultimo attenzione alle minime regole di igiene. e dimenticavo un po’ di internazionalità e contaminazione nel rispetto di altre tradizioni e culture. la mia lista non finisce mai ma speriamo che qualcuno non pensi con la logica del turista straniero a cui puoi vendere tutto ma pensi anche a clienti come me che vorrebbero trovare posti di fiducia senza ribollita ad agosto che puzza di olio di colza.
potrei parlare anche di maggiore equilibrio nel gusto dei piatti. ma quello dipende molto dalle tradizioni centenarie. il pane senza sale, la schiacciata strapiena di sale e olio, il pesce cotto col peperoncino. insomma, ognuno è abituato ai sapori di casa propria. poi ci si può educare ad altre cose buone. trovo che alcune culture facciano più fatica di altre a vedere e apprezzare il diverso da sè e a migliorarsi osservando gli altri.
esprimo anche un desiderio: speriamo che in città apra un bar non bianco, con brioche fatte bene non lucide, appiccicose e strapiene di creme e marmellate e colme di zucchero a velo, zucchero semolato e cacao sopra. e dove si possa bere il vero cappuccino cremoso, senza latte inacidito e solo caldo senza schiuma ah e senza finta cioccolata spremuta demtro. al massimo con cacao in polvere o cannella in polvere. speriamo arrivi un pasticcere bravo e un barista che sappia usare la macchina del caffè.
speriamo arrivi anche un california bakery e un “panino giusto” con forno annesso che faccia il pane adatto per i panini che a firenze non esistono e dove chiamate panino dalla schiacciata farcita, al tramezzino alle due fette di pane imbottite spesso non al momento e conservate male.
un ultimo desiderio: ai tanti imprenditori che investono nella ristorazione di firenze sarebbe da dire che il primo piano della unicoop di firenze novoli arredato in modo carino è inutilizzato da mesi. sarebbe il posto ideale per una ristorazione fatta bene, contemporanea, non tradizionale e con pranzi equilibrati per chi lavora in zona e per gli abitanti del quartiere. pensateci. al momento vanno tutti da old wild west e nel barettino aperto davanti alla biblioteca dell’università di novoli. non esistono posti dove mangiare un filetto di pesce con verdure o un roast beef rosa fatto bene per pranzo,
Quoto Pat solo per lo zucchero a velo: da alcuni anni sta diventando una vera e propria mania da parte dei pasticceri (purtroppo non solo a Firenze, ma anche in molte altre parti d’Italia) dove riescono a infilartelo quasi su ogni dolce (a me è capitato anche sul castagnaccio, credetemi).
Ma ci vuole molto a capire che a non tutti piace e che si potrebbe mettere benissimo SOLO su richiesta del cliente ?
dimmi quali sono le altre parti d’italia. quelle che frequento io hanno dolci buoni tranne la toscana. non mi piacciono schiacciate, castagnaccio e budini di riso e la millefoglie stracolma di zucchero a velo non mi piace nemmeno a guardarla e le creme in genere sanno solo di farina o di uovo e non hanno un buon sapore. spero che la befana regali ai pasticceri di firenze una bilancia e la capacità di saperla usare con professionalità. la pasticceria “a occhio” non funziona.
Comunque tu Pat mi sembri un pò prevenuta e di parte (non so perchè e non voglio saperlo).
Quando vado fuori Toscana (soprattutto a nord) il livello dei bar e pasticcerie è nettamente inferiore al nostro: trovare un caffè decente in un bar è un’impresa, anche se il livello sta calando anche qui da noi, mentre da Roma in giù è ancora buono.
non ho detto una parola sui caffè che tu citi adesso. anche se ho dovuto comprare la nespresso e anche il caffè lo bevo a casa. o moka o nespresso e sto bene a casa mia.
no, non sono prevenuta. sono solo molto critica per per esperienza personale e ti dico anche perché. perché firenze è una città che vive di patrimonio artistico, turismo ed enogastronomia e nonostante i numerosi visitatori all’anno resta una città di provincia chiusa nei propri confini maltrattando letteralmente turisti, visitatori etc etc.
in più quella sui dolci nel resto d’italia era una provocazione perché lo sport preferito dei toscani è attribuire a casa propria le cose belle e dire che sono italiani i difetti. i dolci a firenze non sono buoni? eh ma in tutta italia è così. a firenze non ci sono centri di assistenza per telefonia buoni? eh ma è così in tutta italia. ci sono le truffe sull’olio d’oliva e sul brunello a siena? eh ma fanno così pure a canicattì. però, le cose che funzionano (quali? boh) sono solo toscane o del vostro campanile. e comunque, restando in tema, davvero trovo che a firenze non si curano i dettagli. rinnovano un locale? io baderei un po’ al sistema di aerazione e di conservazione di prosciutti e formaggi per fare in modo che il cliente che entra nella gastronomica stratosferica non venga assalito da cattivo odore di formaggio. un sistema ci sarà per evitare che mi venga la nausea appena entro in un posto dove non spenderò mai un centesimo e dove non resterò a pranzo fino a quando c’è quell’odore sgradevole. spero che il 2015 porti a firenze la cura dei dettagli, la professionalità, il rispetto per i clienti, la generosità e l’accoglienza verso i turisti. l’accoglienza non è il sorriso con truffa. è il sorriso sincero mentre si serve un piatto buono davvero e non con materie prime scadenti (tanto il turista americano non capisce niente secondo i fiorentini).
tra poche settimane inizia l’expo sulla nutrizione e molta gente che verrà in italia per gli eventi verrà a visitare firenze. in aeroporto a firenze c’è odore di olio di semi fritto e bruciato. so che non siete attenti agli odori ma io e tanti altri turisti sì e dal punto di vista dell’immagine non è una brlla impressione a prima vista. speriamo che il 2015 porti olio d’oliva nelle cucine e che venga trattato bene (che non superi il punto di fumo).
Forse hanno aperto un ristorante cinese. 😀
no, adele. anche eataly a firenze è diverso dagli altri. schiacciata unta e finestrella che vende lampredotto esiste solo qui. l’act local dei markettari gioca a mio sfavore per i miei gusti personali.
aledaprato, ho scritto adele per errore.
wow mentre ero via Pat si è scatenata.
🙂
ho visto le tue foto delle vere brioche del belgio. hai rubato la ricetta per le pasticcerie fiorentine? hai notato la differenza tra quello che voi ritenete buono e quello che è veramente buono?