25 Gennaio 2016 • 2 commenti
Cena al ristorante Santa Elisabetta
RistorantiParlo soltanto oggi di questo ristorante provato durante le festività natalizie, perché in quei giorni il blog era in manutenzione, poi da primi di Gennaio il lavoro è ricominciato frenetico, le cose si sono accumulate, un post dietro l’altro e mi sono accorta che è passato praticamente un mese da quando ci sono stata.
Di quale posto sto parlando? Del Ristorante Santa Elisabetta, uno dei due ristoranti interni all’Hotel Brunelleschi, scenografico hotel a 4 stelle in centro a Firenze, vicinissimo al Duomo, in una piazzetta nascosta fra via del Corso e via Calzaiuoli.
L’albergo ha due ristoranti: l’Osteria della Pagliazza, a piano terra – e in estate anche fuori – e il Santa Elisabetta al primo piano di un’antica torre. Chi mi segue, sa che da anni ho sposato la causa degli hotel che si aprono alla città, per far provare anche ai fiorentini aperitivi, brunch, cene e quant’altro. E’ un peccato che solo i turisti possano godere di una tavola così, vero?
Personalmente non ero mai entrata dentro all’hotel Brunelleschi, ma è impossibile non notarlo, quando ci si passa davanti, con la sua torre circolare in pietra. Ecco perchè mi ha fatto molto piacere sapere che i due ristoranti sono aperti agli esterni.
La bellezza della struttura è data, come dicevo, da questa torre che risale al 6° secolo, (forse 7°), perfettamente restaurata e inglobata con una chiesa medievale, la Chiesa di San Michele in Palco, e con il resto dell’edificio, grazie a un progetto, che nel rispetto dei vincoli imposti dalla Soprintendenza, è riuscito a creare un’unica struttura architettonica contemporanea, capace di superare i limiti stilistici di quegli anni – fra il 1983 e il 1988 – per essere “moderno” ancora oggi (bella la scala che collega i vari piani, tutta specchi e vetri).
Le origini della torre sono incerte, qualcuno dà il merito ai bizantini, qualcuno ai longobardi, sta di fatto che il nome si porta dietro uno degli utilizzi di questa torre: pare infatti che nel 1285 fosse una prigione femminile, nella quale le povere detenute dormivano su giacigli in paglia. Anche la chiesa ha vissuto nei secoli vari passaggi e denominazioni. Un tempo c’erano anche alcune opere d’arte, in parte andate perse, in parte in esposizione agli Uffizi.
Al piano seminterrato un piccolo museo testimonia il ricco passato di questo edificio: reperti archeologici di varie epoche, fra i quali alcuni piatti in ceramica, dipinti nei colori del blu, che non sfigurebbero su una tavola di oggi.
Potresti pensare siano stati appena fatti da un artigiano di Montelupo, ma sono rinascimentali. Andando ancora più a ritroso nel tempo, nelle fondamenta del palazzo, si cela addirittura un calidarium romano.
Tornando ai tempi d’oggi, salendo per la scala, o nel nostro caso con l’ascensore per via del passeggino del bimbo, si giunge di fronte alla sala del ristorante Santa Elisabetta, dentro la Torre.
Molto suggestiva la sala, ovviamente circolare, con le pareti in pietra e un’atmosfera da castello medievale. Luci di candele, una bella apparecchiatura, una manciata di tavoli tondi (meno di 10) che garantiscono tranquillità, e tanti dettagli che rendono il tutto estremamente romantico e raffinato, oltre che rilassante. Anche la musica è adeguata alla location.
Se l’osteria al piano terra propone i “classici” piatti della cucina toscana, quassù si possono provare anche accostamenti e abbinamenti più insoliti. Mi è piaciuto molto che, di fianco alla carne e al pesce, abbiano una bella scelta anche per i vegetariani, o veg-friendly come me. Insomma qualche cosa di nuovo da sperimentare. Il menù lo trovate qui. E’ possibile fare una degustazione a base di carne (5 portate incluso il vino a 69 €) o di pesce (74 €).
Come primo piatto mi ha colpito la purea di topinambur con chips di polenta e pomodorini ciliegini confit. Davvero buona, non mi ha fatto sentire la carenza delle proteine animali.
Interessante anche il riso al nero di seppia e curcuma, con calamari ripieni di mozzarella, cime di rapa. Buono il rombo in crosta di anacardi con salsa al mandarino. Mi ha conquistata un piatto di contaminazione orientale, ovvero le tagliatelle di riso con verdure candite e straccetti di faraona. Insolite le capesante croccanti al dragoncello, cuore di iceberg e yogurt greco ed estratto di mela. Ben realizzato il tonno, marinato in salsa di soia e sesamo e accompagnato da punte di broccolo romano.
Il tutto accompagnato da un bicchiere di un signor Champagne, ovvero Perrier–Joüet, in apertura e un buon Vermentino, Tenuta Guado al Tasso (Bolgheri).
Molto di valore la presenza in sala del Maitre, di lunga esperienza. Attento a non far mancare nulla, a scomparire quando è necessario, a ricomparire quando serve. Un servizio impeccabile, come quello che ti aspetti da un hotel di lusso, ma allo stesso tempo non troppo ingessato.
Per il nostro piccino, come si vede dalla foto, hanno portato il seggiolone e ci hanno chiesto se dovevano prepararci qualcosa! (ovviamente no, viaggiamo attrezzati). Per i bambini più grandicelli c’è il menù bimbi.
Il ristorante è aperto dal mercoledì al sabato, dalle 19.30 alle 22.30.
Ristorante Santa Elisabetta @ Hotel Brunelleschi
Piazza Santa Elisabetta, 3 Firenze
Per prenotare: tel +39.055.27370, oppure via email a info@hotelbrunelleschi.it
Molto bello! Ed anche molto appetitoso, mi fa poi particolarmente piacere vedere dei bei piatti vegetariani!
Bravissimi a portare Oliver con voi, i bambini che urlano e corrono tra i tavoli sono semplicemente poco educati e la colpa non è certo loro… Portare i bambini a cena fuori, anche in posti eleganti, è possibile ed è un’ottima opportunità educativa, basta organizzarsi! 🙂
Brava Annika
Sono d’accordo con te. Tutta la polemica del ristorante che ha messo i cartelli vietato ai bambini mi fa molta tristezza.
Io li porto, e non vanno a giro per i tavoli a correre, o come mai?
Colorano e a volte è capitato che hanno sporcato la tovaglia, ma quello può capitare anche a me se mi cade un po di vino.
Elaiza
http://Www.elisacuoreviola.blogspot.com