21 Marzo 2016 • Nessun commento
Conoscere la gastronomia pistoiese con i finalisti di Masterchef
RistorantiOgni tanto, grazie al blog, mi succedono cose bizzarre, impreviste, ma anche piacevoli. Giusto una settimana fa, il mio amico Armando Alibrandi, mi ha coinvolta in un blog tour a… Pistoia. E la cosa divertente e imprevista, che al posto di normali blogger, a questo giro mi sono trovata a fare la turista con… i finalisti di Masterchef. Ovvero Maradona Youssef, Lorenzo De Guio e la vincitrice Erica Liverani. L’evento, chiamato perlappunto Masterfood, era un progetto del Consorzio Turistico di Pistoia insieme a Confcommercio (bravi eh), e ha attirato l’attenzione in primis della stampa locale, ma poi di tutta la città.
E’ stato davvero buffo andare in giro per Pistoia con loro 3, e tutto lo stuolo di curiosi che inevitabilmente ci seguiva. Altrettanto curioso vedere quella che ormai è una star televisiva – Erica non riusciva a fare due passi, senza che qualcuno le chiedesse una foto o un autografo! – darmi una mano con mio figlio di 10 mesi. Vederla spingere il passeggino, prenderlo in collo, fargli le smorfie… Insomma una baby sitter vip, tra l’altro molto brava, anche perché sa cosa vuol dire essere mamma (ha una figlia di 2 anni). Insomma pensavo sarebbe stata dura portarsi dietro il piccolo, e invece è diventata la mascotte di tutti.
Pistoia: un centro storico vivace
Sebbene Pistoia sia a circa mezz’ora di auto da Firenze, la conosco/conoscevo relativamente poco. E’ incredibile quanto poco noi fiorentini esploriamo le città limitrofe. Tantissimi anni fa, troppi per tenere il conto, frequentavo Pistoia per motivi affettivi, ma non serbavo grandi ricordi. Mi pareva un posto piuttosto tranquillo, per non dire smorto. Ma dopo questa fugace esperienza, mi sono ripromessa di includerla nelle mie gite fuori porta. Mi dicono che negli ultimi 10-15 anni, il Comune si sia dato una “svegliata” e abbia cominciato a ri-vitalizzare il centro. In effetti, considerate le sue dimensioni, ho trovato un centro storico vivace e molto vissuto dagli abitanti. C’è ancora l’usanza di uscire e fare la passeggiata sul corso, bere o mangiare qualcosa nella bella piazza della Sala (loro dicono sulla Sala!), che è frequentata giorno e notte: la mattina ospita il mercato alimentare e dal tramonto in poi si trasforma, con i tavolini in piazza.
Dove mangiare
La gran parte dei ristoranti e locali più frequentati si trovano vicino al Duomo e al Battistero, fra piazza della Sala, piazza degli Ortaggi, via di Stracceria, via del Lastrone, ecc.
A noi ci hanno portato a fare un aperitivo in un locale dalle molteplici facce: si chiama Bono di nulla, ed è molto di più di un bar. Si può bere un ottimo caffé – per il quale sono famosi, si divertono anche a farci i cocktail – e magari comprare il pane, oppure si può mangiare lì, con la buona schiacciata del Giuntini (di Prato), servita con affettati locali, o la pizza. Buoni anche i coccoli. Fanno anche molti piatti espressi. Simpatico il proprietario. Informale, curato e piacevole l’ambiente.
A pranzo invece ci siamo spostati alla porta accanto, ovvero La Bottegaia, trattoria storica di Pistoia, presidio Slow Food, e recensita dalle guide più importanti: Gambero Rosso, Espresso, Mangiarozzo, Michelin… Oltre all’osteria, in via del Lastrone, hanno anche un negozio dietro l’angolo dove poter comprare formaggi, vino, affettati, dolci, ecc. tutti selezionati sulla base della qualità. Qui abbiamo mangiato alcuni dei piatti tipici della cucina pistoiese, come le pappardelle sulla nana (ovvero con sugo di anatra).
Come secondo piatto abbiamo assaggiato il peposo dell’Impruneta. Mi ha sorpreso trovarlo come piatto tipico a Pistoia (io abito vicino all’Impruneta, a pochi km di distanza da Firenze).
Mi hanno spiegato che così come durante la costruzione della Cupola di Brunelleschi a Firenze, gli operai si portavano pezzi di carne poco pregiate, da cuocere per ore “nelle fornaci”, in modo da avere un pasto sostanzioso ed economico; anche a Pistoia, durante la costruzione dell’Ospedale del Ceppo (bellissimo), hanno mantenuto questa tradizione culinaria, importando di fatto il “peposo” nella cucina locale. Ovviamente senza pomodoro, perché si parla del 1400 e ancora l’America non era stata scoperta! Se volete saperne di più leggetevi anche la ricetta qui.
Ottimo anche il tiramisù, uno dei migliori mai assaggiati in vita mia, e la crepe di farina di castagne con ricotta, tipica di questa area della montagna toscana.
Un plauso alla proprietaria, gentile, attenta e competente, oltre che molto sensibile verso le mie esigenze di mamma. Non solo mi ha fatto trovare il seggiolone già pronto (quello dell’Ikea, il migliore!), e in bagno c’era il fasciatoio (un po’ artigianale ma funzionale), ma mi ha pure fatto preparare un piatto apposta per mio figlio: un’ottima polenta con parmigiano e olio EVO. Grazie!
In estate apparecchiano fuori, di lato al Battistero, immagino quanto possa essere suggestivo cenare con la vista Duomo.
Voglio menzionare un altro ristorante poco distante, che mi dicono assai meritevole, ovvero la Locanda del capitano di Checco Bugiani. So che Maradona c’è stato a cena, io purtroppo me lo sono persa, ma lo cito perché mi è stato di prezioso aiuto: mio figlio aveva bisogno di essere cambiato, e qui hanno tutto. Non solo il fasciatoio, ma anche pannolini e salviette. Mi hanno fatto accomodare anche se non era ora di pranzo. Mi ha colpito l’arredamento e ho dato una sbirciatina anche al menù. Interessante.
Sempre nei paraggi erano previste altre 3 tappe gastronomiche che ho saltato, perchè sono dovuta rientrare a Firenze; li cito per correttezza, perchè erano nel programma, magari torno a provarli! Sono i Salaioli e la Degna Tana in piazza della Sala, (quest’ultima famosa per le birre) e Voronoi in piazzetta dell’ortaggio.
Altro ristorante che dovrò tornare a provare, appena fuori Pistoia, è l‘Osteria della Limonaia, che fa parte della Locanda del Cucciolo, dove ero alloggiata. Un ristorante a gestione familiare che alterna tradizione a sperimentazione, grazie all’attuale cuoco, che insegna all’alberghiero.
Altre bontà gastronomiche a Pistoia
Nel nostro tour abbiamo visitato altri 2 luoghi importanti dal punto di vista gastronomico.
Confetteria Bruno Corsini
La Confetteria Bruno Corsini, in piazza San Francesco, risale al 1918. La proprietaria ci ha detto che il confetto nasce a Pistoia (ma non ho trovato nessuna conferma storica), l’unica cosa certa è che in passato, oltre che come bonbon per occasioni importanti e beneaugurale, veniva usato come dispositivo “medico”, con anice all’interno e miele esternamente, per renderlo più dolce in bocca.
A Venezia se ne ha traccia storica intorno al 1200, forse importati dall’Oriente. La forma increspata, non liscia come la conosciamo oggi, viene riproposta da Corsini.
Nel laboratorio interno al negozio, sono ancora visibili macchinari di ogni sorta, e le grandi caldaie di rame dove vengono realizzati i confetti, che durante la lavorazione sono in perenne rotazione. La base è sempre sciroppo d’acqua e zucchero, che riveste o la mandorla, o la nocciola, o il cioccolato, o il coriandolo, ecc. I concorrenti di Masterchef, soprattutto Erica, non si sono lasciati sfuggire la possibilità di provare a fare i confetti!
Oltre ai confetti il negozio è famoso per il cioccolato e il panforte Glacè, inventato da Bruno Corsini negli anni ’30.
Norcineria da Romolo
La seconda tappa era presso la storica norcineria di via Carratica, immancabile visto che Lorenzo, finalista di Masterchef, è macellaio.
Lorenzo era stato sfidato a disossare non so quale parte del maiale o del pollo, nel minor tempo possibile, e così io ho approfittato per guardarmi attorno. Hanno diverse specialità toscane e locali, oltre a tutti i tagli di carne famosi nella nostra cucina, hanno cose più rare da trovare come ad esempio le coppiette di Norcia o i ciccioli cotti nell’unto dell’arista.
Mentre i fan si facevano le immancabili foto di rito, mio figlio ha cominciato ad avere fame. Mi ero portata dietro pappine varie, ma quando io ho accettato un vassoietto con alcune sottilissime fette di arista fatto da loro, e drogato da loro, lui mi ha fatto capire di volerlo assaggiare. Beh, non ci crederete se lo è divorato (ovviamente gli ho tolto le parti con il pepe). Alla fine me ne sono portata a casa un pezzo sottovuoto.
Tornando alla mia esperienza a zonzo per Pistoia, ci tengo a dire che abbiamo alternato anche momenti culturali, ma quelli li ho raccontati sull’altro blog di viaggi. Qui so che preferite i post gastronomici.
Concludo ringraziando il Consorzio Turistico, la Camera di Commercio, Sara, Susy, Agnese e tutte le persone che si sono fatte in 4 per aiutarmi a fare questa esperienza con mio figlio di 10 mesi. Sono stati tutti molti carini e disponibili. Posso dire che Pistoia è davvero Kid-Friendly!