26 Aprile 2016 • 1 commento
Ditta Artigianale atto secondo
RistorantiE’ passato un po’ di tempo, circa un mesetto, ma finalmente trovo il tempo di postare la recensione del secondo locale Ditta Artigianale, aperto di recente vicino a piazza della Passera, provato per una cena con 4 amiche.
Il nome è piuttosto noto ai fiorentini attenti alle novità, nonché ai lettori del mio blog. La fama del bar è legata al nome di Francesco Sanapo, barista pluricampione, che della ricerca della qualità nel caffè ha fatto missione di vita. E non gli si può dare torto: il caffé che si beve da lui non ha eguali.
Oltre al caffè, i cocktail a base di gin per i quali sono famosi, e una bella selezione di te’, in questa sede c’è un vero e proprio ristorante, affidato alle mani sapienti di Arturo Dori, che mancava da troppo tempo dalla ristorazione fiorentina (ci sei mancato Arturo!).
Il nome completo è Ditta Artigianale Oltrarno – e difatti è a pochi passi da Ponte Vecchio e Piazza Pitti – per differenziarlo rispetto al primo punto vendita in via de’ Neri. Lo spazio è maggiore, su due piani, all’interno di un grande edificio progettato nientemeno che da Michelucci.
Vetrate immense, arredamento anni ’60, con oggetti di recupero, e qualche mobile più ricercato, in mezzo a sedie e poltrone di diversa provenienza (forse anche da qualche teatro?), conferiscono al ristorante un aspetto vintage, attualizzato da quel tocco di industriale che non guasta mai.
Io, per non farmi mancare niente, ho cominciato la serata ordinando un cocktail: lo Sloe Spritz con Sloe Gin, Prosecco, Soda e Basilico. Non mi ha deluso. 10 € spesi bene.
Le proposte culinarie si articolano a seconda del momento della giornata, fra pranzo, aperitivo, brunch, cena con menù differenti, a volte con “mezze porzioni” anzichè con piatti completi. Idea carina per provare più cose, ma bisogna essere bravi a scegliere, perché in alcuni casi sono poco più che assaggi, come il caprino in crosta con tapenade al miele, preso da una delle mie amiche. Non le ho chiesto di assaggiarlo, perché mi pareva brutto dimezzarle il piatto…
In compenso ho gustato una crema di topinambur con tofu arrostito e chips di cavolo nero, molto buona e sufficiente come mezza porzione.
Fra gli altri piatti, ho potuto assaggiare anche il baccalà mantecato con crostini di polenta bianca, buono nel suo minimalismo cubista.
Queste erano le “mezze porzioni” con un costo variabile dai 6 agli 8 €, mentre per i piatti completi si spende dai 8-9 € ai 14 €. Quindi in teoria non è molto caro, ma mettete in conto di ordinare più piatti se siete persone di appetito. Nel mio caso nessun problema, perché le mie amiche mangiano come uccellini… Io, con la scusa di provare qualcos’altro, visto che avevo mangiato poco, ho ordinato un altro stuzzichino: puntarelle con acciugata. Notevoli.
Nei piatti in carta si respirano contaminazioni geografiche: si parte dalla cucina tipica italiana, che spazia da nord a sud, per esplorare qualcosa di più etnico come il curry di verdure con latte di cocco, la zuppa di verdure con amaranto, curcuma e cumino, o le empanadas colombiane. E non mancano proposte per i veg-friendly.
La nota dolente è nel servizio. Peccato, perché da un posto del genere ti aspetteresti grande attenzione verso il cliente. E invece ordini dimenticati e confusione fra tavoli (a noi prima ci hanno portato un antipasto non ordinato e poi un cocktail del tavolo accanto, oltre a qualche cocktail arrivato molto in ritardo); capisco che quando il ristorante è pieno, è più faticoso stare dietro a tutti, ma non è carino che i camerieri si dimentichino di te e devi richiamare la loro attenzione per una bottiglia d’acqua.
Al momento del dolce abbiamo visto passare alcuni cupcakes colorati, abbiamo chiesto a che gusto fossero e la risposta è stata “boh, non lo so, provate a indovinare in base al colore”.
Come diceva il buon caro Paolo Pellegrini, già è antipatica la poca conoscenza dei piatti, il “vado a chiedere” dei camerieri; ma è proprio un errore, perché sono loro che “vendono”. Arturo può cucinare le cose più buone al mondo, ma se non vengono un minimo raccontate o spiegate, si rischia di banalizzarle.
Comunque cupcakes a parte, abbiamo ordinato un dolce di riso che era fenomenale (e questo sì, abbondante al punto tale da poter essere diviso in due!).
Riguardo alla spesa: in totale, mangiando il giusto, e bevendo un bicchiere/cocktail a testa, abbiamo speso 31 € a persona.
Ho esitato a lungo prima di pubblicare questa recensione, perchè già l’altra volta, alle critiche sul servizio, ricevetti commenti pesanti. Ho anche pensato di essere sfortunata io! ma poi ho verificato su Tripadvisor e Yelp e le recensioni sono in linea con la mia opinione. Le mie amiche via whatsapp mi hanno infamato per la scelta, ma io voglio dargli una seconda chance, ci tornero’.
Ditta Artigianale
Via dello Sprone 3r
Firenze
Telefono 055 2741541
Ah, è quel locale dove si beve stando esposti in vetrina ?
Non avevo notato che ci fosse anche il ristorante, ma non si può restare indifferenti davanti ad una torta di riso fatta come si deve.
Lo devo provare.