19 Febbraio 2018 • Nessun commento
Essenziale… di nome e di fatto!
RistorantiSeguo la carriera di Simone Cipriani da un po’ e sono convinta che sia uno degli chef più promettenti in giro a Firenze. Avevo una gran voglia di provare l’Essenziale, in piazza del Cestello, fin dalla sua apertura. Ma fra la gravidanza, il matrimonio, ecc. mi sono ridotta a varcare la soglia del ristorante soltanto una settimana fa, in occasione del mio compleanno.
Appena entrata sono rimasta spiazzata dal minimalismo dell’apparecchiatura: sul tavolo non c’era niente, né piatto, né tovaglia, né posate… solo un bicchiere e un tovagliolo posizionato per diagonale, che ricreano il logo del ristorante. Ho scoperto poi che le posate sono “nascoste” in un cassettino davanti a ogni commensale, che può usarle a proprio piacimento. Ovviamente poi le altre cose vengono portate dai solerti camerieri.
Il menù offre la possibilità di fare un percorso di degustazione a più portate a 55 € che può valere la pena qualora, come me, vogliate provare più piatti. E anche economicamente è conveniente, dal momento che antipasti, primi e secondi verrebbero tutti indistintamente 22 €. E’ chiaro che nella versione degustazione le portate sono un po’ inferiori, ma vi assicuro che ci si alza da tavola ben sazi.
Per quanto riguarda i piatti che ho mangiato sono rimasta sorpresa, oserei dire piacevolmente stravolta, dagli antipasti e dai primi, ma un po’ delusa dai secondi. Non so se siano opera di una mano diversa rispetto a quella dello chef, quella sera impegnato a provare il menù del nuovo ristorante aperto in questi giorni sopra Eataly, o semplicemente sono stata sfortunata, ma trovo che non erano all’altezza della prima parte della cena.
Andiamo con ordine.
Dopo un piccolo antipasto amuse-bouche, come primo piatto ci hanno portato una zuppetta con trippette di baccalà, funghi, pomodoro, cubetti di ananas, tofu, cipolotto, olive e capperi. Davvero sfiziosa. I singoli ingredienti ben si mescolavano nel piatto dando sensazioni contrastanti in palato, solleticando tutti i sapori (dolce, salato, ecc.)
Poi è arrivato il cremoso di zucca, ovvero una sorta di vellutata molto consistente con zucca, uova, panna, frutto della passione, arachidi e menta. Ed era divino.
Un piatto che fondeva gli ingredienti amalgamandoli in modo perfetto. Non l’avrei mai detto che il frutto della passione, le arachidi e tutto il resto potessero legare così tanto con la zucca.
Anche il risotto alla parmigiana con lingua di manzo e pera era da paura. Ne avrei mangiato una porzione doppia. Una cottura perfetta, un connubio di sapori da manuale.
Ci è stato portato anche un piatto fuori menù, dei raviolini ripieni con pasta di ceci, gamberi, fave e una marea di altri ingredienti che non ho fatto a tempo a segnare. Non male.
Poi purtroppo qualcosa è cambiato. A questo punto della cena il menù prevedeva l’opzione a scelta: o carne o pesce. Noi per non sbagliare le abbiamo ordinate una ed una, per poterle assaggiare entrambe. Il pesce era un’ombrina con cacio, pepe e chips di topinambur, la carne invece l’anatra porchettata con finocchio, caffé e fois grais.
Non so se abbiano fatto confusione o se era un omaggio, ma inizialmente ci hanno portato due porzioni dell’ombrina, e davanti alla nostra sorpresa, ci hanno portato due porzioni anche di anatra.
Purtroppo nessuno dei due piatti ci ha convinti. Forse dopo i primi piatti così divertenti, così riusciti, così sfiziosi, era inevitabile rimanere un po’ delusi? Forse l’ombrina era un po’ stopposa, forse l’abbinamento col caffé nel secondo piatto non era così piacevole.
Ha chiuso la cena un dolce a base di mela e gelato alla vaniglia.
Nel complesso se dovessi dare un giudizio sulla prima parte della cena sono entusiasta, sulla seconda… un po’ meno.
Buona la carta dei vini, dalla quale abbiamo scelto un piacevole Gewürztraminer.
Ultimo appunto che mi sento di fare per coloro che vogliono provarlo… oserei suggerire che dipende dall’occasione; se siete gourmet, amanti della sperimentazione e degli accostamenti insoliti, andateci ad occhi chiusi, privi di preconcetti. Ma se cercate un posto che renda speciale un compleanno, un anniversario o una serata unica, forse non è il posto giusto.
Nonostante avessi avvisato che era il compleanno in fase di prenotazione, non c’è stato alcun cenno di rendere straordinario questo momento. Per carità non mi aspettavo certo la candelina sulla torta o che mi cantassero tanti auguri a te, ma neppure che una serata diversa dalle altre, come il compleanno, venisse trattata al pari di un qualsiasi venerdì sera. A volte basta mezza parola. Persino da Pinchiorri l’anno scorso furono calorosi con me (e con gli altri festeggiati di quel giorno). Perché l’esperienza di un ristorante viene trasmessa non soltanto dal cibo ma anche dall’accoglienza.
Il conto: abbiamo pagato 150 € in due, 55 € a testa la degustazione, poi il vino, l’acqua, i coperti.
In sintesi sono combattuta sul giudizio da dare. I primi piatti erano davvero fuori dal comune, ma la seconda parte della cena mi ha lasciata un po’ perplessa. Peccato. Forse ero io che avevo troppe aspettative!
Magari ci tornerò per farmi un’idea definitiva, o forse proverò il nuovo ristorante da Eataly.
Da qualche anno, per il mio compleanno, ho deciso di concedermi come regalo un ristorante di livello. Due anni fa ero da Marco Stabile, l’anno scorso, grazie alla generosità di mio marito che proprio lì fece la sua proposta di matrimonio, ho potuto festeggiare all’Enoteca Pinchiorri, che mi ha confermato cosa sia l’olimpo in termini di ristorazione. Ogni anno diventa sempre più difficile scegliere …