23 Marzo 2016 • 5 commenti
Ghibli, le borse di pitone
ShoppingCirca una decina di giorni fa sono stata per lavoro in un’azienda che produce borse a Santa Croce sull’Arno (strano, eh?), ma questa è un po’ diversa dalle altre, perché lavora principalmente la pelle di pitone. Realizzano anche borse in pelle di vitello o altri animali, ma il loro elemento distintivo (gli americani direbbero la value proposition), è appunto il pitone.
Non sapevo che ci fossero così tante varianti, a seconda del taglio, e delle dimensioni. L’effetto finale è molto differente, anche al tatto. Non ho mai pensato di comprarmi una borsa di pelle di pitone, seppure io ami lo stile animalier, anche perché il prezzo è importante; tuttavia pare che ci sia tutto un mondo di appassionati (sia donne che uomini) di questo materiale.
Certo non piacerà agli animalisti. Oltre al pitone, ho visto persino pochette realizzate con zampe di alligatore, che ammetto fanno un po’ di impressione, ma la professionalità di chi ci lavora mi ha così impressionato, che ho deciso di fare uno strappo alla regola e parlare di questi prodotti.
Ignoravo che le pelli vengono dipinte a mano, una a una. Ho conosciuto la ragazza che si occupa di questo lavoro certosino, con tanto di pennello. Mi ha spiegato che la creatività spesso risiede nel trovare nuove sfumature, accostamenti, disegni.
Lei è così brava da aver vinto anche alcuni premi. Mi ha mostrato per esempio una borsa dove aveva ricreato l’effetto maculato.
Mi ha infine spiegato che il nome Ghibli – che a me ricorda tanto Miyazaki – è un’idea del nonno, il fondatore dell’azienda nel 1968, era un amante dei viaggi, delle cose esotiche (Ghibli è il vento del deserto) e delle macchine da corsa (la Maserati Ghibli).
Ah, ci sono anche tante borse e borselli da uomo, anche con colori sgargianti!
Al piano terra dell’azienda hanno anche un piccolo outlet aperto al pubblico, con borse, portafogli, cinture, porta ipad, ecc. Qui i prezzi sono più accessibili.
Lo spaccio è aperto da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 19.00. E il sabato mattina.
Ghibli borse
Via Palagina, 45/P 50054 Fucecchio (FIRENZE)
Sito: http://www.ghiblisrl.com/
Sono anche su Facebook: https://www.facebook.com/GhibliSrlHandbags
Riflessione
Fra tutte le consulenze e docenze che sto facendo negli ultimi tempi, mi sta capitando spesso di visitare aziende toscane che lavorano con prodotti di fascia alta, insomma quello che viene chiamato lusso. A Scandicci ho avuto a che fare con la Savio Firmino che fa mobili di altissimo livello, ora è la volta di Ghibli a Santa Croce. Ci sono una marea di piccole/grandi aziende, spesso di natura familiare, che dal nulla hanno creato realtà prospere che operano in nicchie di mercato, magari molto profittevoli, e vendono all’estero: Russia, Cina, Paesi Arabi.
E’ un peccato che non vengano valorizzate di più e spesso molti di noi non le conoscano neppure. Il Made in Italy che tanto sbandieriamo e che tutto il mondo ci invidia, ci darebbe di che campare alla grande. Dobbiamo esserne orgogliosi.
D’altra parte la comunicazione di questi prodotti deve essere affidata a professionisti del web, non all’amico di… o al cugino di… se vogliamo che la pagina Facebook o l’account Instagram produca utili e non solo cuoricini.
Cicero pro domo sua. Ho avuto modo di apprezzare il buon servizio clienti via Facebook di due aziende toscane. Ma dato che non mi piacciono i loro prodotti, il buon uso di Facebook non ne incrementerà il fatturato. Siccome il mondo non funziona con il “sono americani, se gli diamo la ribollita ad agosto non capiscono nulla” ma funziona con la qualità del prodotto soprattutto nei due settori da te citati prima, si pensi prima al prodotto e poi alla comunicazione. Se l’indotto toscano non è molto noto qualche motivo ci sarà.
La cosa più stupefacente è che i toscani non hanno la minima di dove sta andando il mercato e non conoscono le scelte dei consumatori consapevoli. Il tempismo di questo post è perfetto dopo le dichiarazioni di Armani. Mi immagino le signore milanesi alla scala con la borsa con la zampa di coccodrillo in bella mostra. Ma in ogni campo i toscani in sanno dove va il mondo. come quelle belle zuppe di cipolla nemmeno fossimo un popolo di contadini che poi devono finire la giornata nei campi e non gente che poi va in ufficio a lavorare.
Bastasse l’esternazione di uno stilista contro l’uso delle pelli di animale a far cessare la vendita di borse, scarpe, ecc. !
Se così fosse gli chiederei di dire 2 parole sull’avorio e sugli elefanti che rischiano l’estinzione.
Penso che alle signori milanesi alla Scala (?) non importi granché di essere Eco-Friendly.
Purtroppo il tema ambientale è così delicato, personale e controverso, che liquidarlo in poche battute diventa difficile. Perché se io dico poveri alligatori, qualcuno mi potrebbe obiettare ma il vitello conta di meno? Penso sia meglio che ognuno segua la propria coscienza cercando di trovare un punto di equilibrio fra principi morali e vita comune. Altrimenti si diventa come alcune persone che non solo sono vegane, ma vestono solo di fibre sintetiche, non vanno in macchina, ecc. ecc.
Se ci vuole far conoscere nel mercato italiano, meglio seguire lo stile di vita italiano. Altrimenti è chiaro perché vivono di export e le italiane non li conosco.
Non li conoscono, volevo dire.