29 Luglio 2014 • Nessun commento
L’enoscuola di Luca Gardini al Mercato Centrale
Vino e degustazioniLa scorsa settimana sono stata invitata alla nuova Enoscuola di Luca Gardini, al Mercato Centrale. Inaugurata poco più di 2 mesi fa, ha visto passare già 9000 persone. Per chi non lo conosce, Luca è sommelier campione del mondo 2010, ma è anche una persona che vuole avvicinare il mondo del vino a tutti, non solo alla nicchia di esperti o associati Fisar o Ais, e ama cimentarsi in nuove sfide. Suoi per esempio i bicchieri by RCR presenti alla Enoscuola (io li avevo visti anche all’ultimo God Save The Wine al Baglioni), disegnati secondo uno stile ben diverso dai consueti calici, e pensati per una bevibilità a più livelli, grazie alle diverse curvature.
L’approccio di questa scuola, con il metodo che viene chiamato “Degustazione Quotidiana“, vuole essere un modo nuovo di degustare il vino, privo di orpelli tecnici, tipici del mondo dei sommelier tradizionali, per arrivare al grande pubblico. Prevede 5 regole molto “leggere”, ovvero: Semplicità, Franchezza, Pulizia, Bevibilità, Sensibilità. Una enoscuola che dopo il successo fiorentino punta all’estero: prossime aperture sono previste a Londra (zona Notting Hill) e New York, oltre a Milano.
Per la nostra degustazione una testimonial d’eccezione, la simpatica Cristina Ziliani, che rappresenta l’azienda Berlucchi. E’ la figlia di Franco Ziliani, che non è il giornalista blogger di Le mille bolle, bensì il giovane enologo che nel 1956 incontrò Guido Berlucchi e portò avanti il suo sogno di “realizzare uno champagne italiano“. Dalla prima produzione, nel 1961, di 3000 bottiglie – allora un’enormità, oggi quasi una bazzecola – di strada ne è stata fatta. Oggi l’azienda produce milioni di bottiglie l’anno, possiede 85 ettari e ne controlla 400.
Cristina ci racconta anche dei cambiamenti degli ultimi 10 anni: fino al 2004 la linea prodotto di Berlucchi era principalmente una, oggi ce ne sono ben 4, create per soddisfare un consumatore sempre più esigente, che richiede vini diversi, per occasioni diverse.
Poi conosciamo anche Luca Gardini, che col suo simpatico accento romagnolo, ci spiega perché ha voluto creare questa scuola. Trovo che sia una persona davvero alla mano e illuminato. Ci fa un discorso, che ho apprezzato, sulla necessità di allontanarsi dai tecnicismi, per riportare le persone ad emozionarsi per il vino. Insomma anzichè girare e girare il bicchiere, annusarlo e cercare di indovinare il profumo, è molto meglio berlo!
Nella nostra degustazione assaggiamo appunto le 4 proposte Berlucchi:
Iniziamo dalla proposta più “industriale”. Il Cuvée Imperiale Brut, di cui fanno 3 milioni di bottiglie, che riposa 18 mesi prima della sboccatura, e rispetta i 5 requisiti delle regole di Luca, in particolare è molto “fedele” al territorio della Franciacorta.
Proseguiamo con il Berlucchi Cuvèè 61 Saten, più morbido, potremmo dire anche più dolce (infatti piace alle donne e ai giovani) che riposa 24 mesi e si fa apprezzare per il suo sapore di Chardonnay (100%). Adatto agli aperitivi (e non solo).
Il terzo è il Rosè della linea Cellarius, che ci fa entrare nel mondo dei millesimati. 50% Chardonnay e 50% Pinot nero, ha un passaggio sui lieviti più lungo (36 mesi). Ce lo presenta Aldo Fiordelli, che esalta l’ottimo bilanciamento fra la fragola e l’acidità.
Il quarto assaggio è Cuvée riserva Palazzo Lana (il nome è un omaggio alla casa dove viveva Guido Berlucchi) che riposa sui lieviti ben 60 mesi ed è il più secco di tutti. Il residuo di zuccheri è molto basso, tanto che Aldo dice che sembra quasi un pas dosé.
Dopo il vino, ci hanno portato sulla terrazza del Mercato, per un light lunch (stavamo svenendo dalla fame, alle nostre spalle passava di tutto!). C’erano un sacco di cose buone, ma devo dire che il top era la mozzarella fresca, fatta al piano di sotto, dal Caseificio Antico Demanio. Era così buona che me ne sono comprata una anche da portare a casa.
L’Enoscuola propone sia degustazioni personalizzate (in italiano e altre lingue), che tour in cantine. Ci sono vari orari, ma sono flessibili a esigenze singole.
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