20 Luglio 2015 • 5 commenti
Ma quanti ristoranti!
RistorantiIeri mattina leggevo con molto interesse l’articolo del Corriere Fiorentino sulla gran quantità di ristoranti e attività alimentari aperte negli ultimi tempi: quasi 1000 nuove aperture tra bar, ristoranti e gelaterie in 2 anni e mezzo, di cui 159 nei primi 6 mesi del 2015. Nell’articolo si menzionavano Piazza della Passera e via de’ Neri, come due aree completamente dedicate al cibo, con tanto di “difesa” da parte di Luca Cai (che saluto!).
L’articolo infine si soffermava, giustamente, sul problema della chiusura di molte attività storiche che non riescono a sopravvivere al rincaro degli affitti (lo spunto è nato dalla storica Farmacia di via del Corso, che rischia di chiudere).
E’ molto più semplice aprire un bistrot, che un negozio di abbigliamento!
E in effetti se guardo ai nomi che rimbalzano sui food blog, scopro un sacco di realtà nuove. Limitandomi agli ultimi: il Gesto a San Frediano, Gecko accanto allo Zoe, Lo Sverso in San Lorenzo, La Menagere con i suoi arredi tanto acclamati, il Polpa Burger al Mercato Centrale, la Brasserie la Chouette (che ho provato ieri e presto recensirò), il ristorante Le Muse (provato con gli yelper), Madame Bistro in via Pisana, e per chi ama il vino Signorvino in via de’ Bardi e Uva Nera in Borgo Ognissanti. E la lista potrebbe continuare ancora: anche oggi ho aperto la mia mail e mi è arrivata comunicazione dell’ennesima inaugurazione: Johnny Bruschetta in via de’ Macci.
Da appassionata di cibo inizialmente sono stata contenta di tutto questo fermento, ma non posso non fermarmi a riflettere su alcuni punti. Oltre al problema già citato della scomparsa di altre attività commerciali, mi domando se Firenze abbia le spalle sufficientemente robuste per sostenere tutta questa offerta gastronomica. Ci sono abbastanza turisti interessati a mangiare (bene)? L’impressione che diamo è che una volta visti gli Uffizi / museo a scelta e una volta mangiata la bistecca / piatto veg a scelta, non ci sia poi molto altro da fare in città…
E i fiorentini? con la crisi economica che ha ridotto i consumi, e il centro storico poco accessibile la sera, quanto saranno disposti a esplorare le nuove frontiere del gusto? Io sarei anche una che va tanto a cena fuori (non fate caso che ora ho il bimbo piccolo), ma non ce la faccio a star dietro a tutte le aperture!
A volte mi domando se in questo settore esistano dei regolamenti, qualcuno in Comune che verifichi se abbia senso aprire un bar accanto a un altro e accanto a un altro (un po’ come il Mug aperto a due passi da Quelo in Borgo S. Croce). Non fraintendetemi: credo che la varietà sia sempre un fattore positivo, aggregante, capace di portare altra gente. Ed è bello che ora in città si possa mangiare vegano, francese, macrobiotico, fusion… mica si può campare solo di ribollita e panzanella!
Ma c’è un punto in sospeso: la qualità. C’è sempre il rischio che a tanta quantità non corrisponda una effettiva ricerca di cibo di qualità. Spesso in centro vedo wine bar o aspiranti tali, paninoteche, locali per consumi rapidi, concept store con design ricercato e un po’ vintage (e forse un po’ tutti uguali), dove alla fin fine trovi tanto fumo e poco arrosto. Senza parlare dell’attenzione al cliente, del servizio, dei dettagli. Chi legge questo blog conosce i commenti al vetriolo di Pat, che spesso lamenta la carenza di posti di qualità a Firenze.
Altro punto: dureranno? Proprio ieri sono passata davanti a Riva d’Arno, c’ero stata esattamente 2 anni fa e ha già chiuso. Così come l’osteria del Guelfo Viola in viale Amendola, bandone giù. Forse molti ristoranti sono aperti con leggerezza, da persone con poca esperienza, o per speculazione edilizia/investimento (compro-ristrutturo-vendo). Molta improvvisazione, poca preparazione (non solo in cucina, ma anche nel marketing), tanta voglia di stupire con l’apparenza. Poca ricerca di mercato – per non parlare del benchmarking – che permetta di capire se ci sia lo spazio per un altro posto dove mangiare un burger (che sia di chianina, di soia o di pesce).
E intanto il mio amico Andrea Moretti sta impazzendo per trovare a Firenze una pasticceria dove mangiare un buon budino di riso!
Rileggendo il mio post, forse sono stata un po’ dura. Ma non me ne vogliano i ristoratori (che tanto non mi leggono): il tempo selezionerà i più validi e farà piazza pulita di quelli che non hanno funzionato. Io da parte mia una chance la concedo a chiunque! Devo solo trovare il tempo di provarli tutti.
al momento il mio preferito con pizzeria, osteria e ristorante è la cucina torcicoda. una volta c’era pure l’osteria del caffè italiano. ma l’ultima volta il mio solito filetto con patate in genere rosa al centro ma non sanguinante sul piatto non era ai soliti livelli anche se l’arredamento adesso è più curato. ma so di avere gusti diversi dalla maggior parte della gente. a me la pizza del mercato centrale capita sempre molliccia e bruciata alla base. per cui gli ingredienti di buona qualità sono oscurati dal sapore di bruciato. come faccio a dire che quella pizza ha un buon sapore?
l’ultima volta da torcicoda ho preso la spigola con pomodorini, taggiasche e fiori di cappero. pesce fresco e cucinato bene. a firenze è raro trovare pesce cucinato bene. lì è buono.
lo provero’. per ora il pesce migliore che ho trovato a Firenze è stato al Filipepe.
Hai perfettamente ragione, condivido in pieno la tua analisi.
Grazie Gianni!