8 Gennaio 2016 • 3 commenti
Riapre il Teatro Niccolini
TeatroOggi posto una bella notizia: dopo 20 anni di chiusura e restauro riapre il Teatro Niccolini, il più antico teatro fiorentino, grazie all’imprenditore Mauro Pagliai della Polistampa, che ha fortemente voluto il recupero di questo spazio.
L’inaugurazione, una serata a invito, si tiene stasera, venerdì 8 gennaio alle 19.45 alla presenza del sindaco, e vede sul palco Paolo Poli, che al Niccolini è stato “di casa” negli anni ’80, con un colloquio-intervista con il critico Valentina Grazzini. Seguirà un’esibizione del Quartetto Hyde della Scuola di Musica di Fiesole.
Nell’occasione si festeggeranno i 50 anni di Polistampa, la casa editrice fondata da Pagliai nel 1965. “In questo modo”, spiega Pagliai, “ho voluto restituire alla città, in segno di gratitudine, qualcosa di tutto ciò che mi ha dato”. E noi siamo grati a lui!
Le prime visite guidate al Teatro per i fiorentini saranno a ingresso gratuito e sono previste sabato 9 gennaio, ogni 15 minuti dalle 14.30 alle 18.30, prenotando sul sito della Pergola.
Ogni gruppo 30 persone, fino a 2 posti prenotabili a persona.
Il Teatro Niccolini, un tempo conosciuto come il Teatro del Cocomero, è il teatro più antico di Firenze e tra i primi teatri “moderni” d’Europa. La sua origine risale al 1650, quando un gruppo di nobili prese in affitto alcune stanze appunto in via del Cocomero costruendovi il teatro.
Nei secoli ha cambiato dimensioni, posizione (oggi è vicinissimo a piazza Duomo) e nome, resistendo fino agli anni ’90; negli anni 70-80 ha visto passare grandi attori come Vittorio Gassman, Carlo Cecchi e Carmelo Bene.
La Storia del Teatro Niccolini
L’esigenza di allestire a Firenze uno spazio dedicato all’attività teatrale indipendente dalla corte granducale fu decisa dalla Compagnia dei Concordi, la prima accademia di drammatici fondata nel 1644 da un gruppo di nobili protetti dal Principe Don Lorenzo de’ Medici, figlio del granduca Ferdinando I. Nel 1648 la compagnia si trasforma in Accademia degli Immobili e nel 1650 riceve in affitto alcune stanze del palazzo degli Ughi, in via del Cocomero, attuale via Ricasoli. Nel 1651 gli accademici si scindono in 2 tronconi: uno si trasferisce in via della Pergola dove viene costruito il teatro che ancora oggi porta quel nome, mentre l’altro gruppo, che rimane in via del Cocomero, costituisce una nuova accademia dal nome di Infuocati, che ha come stemma una bomba accesa e il motto “A tempo infuocati”: il loro teatro, chiamato “del Cocomero” in riferimento alla via, inaugura nel 1658 col Podestà di Colognole, il melodramma di Andrea Moniglia. Nel Settecento vengono apportati miglioramenti alla struttura, con la realizzazione di un palco reale (1711), e di un terzo (1752) e un quarto (1754) ordine di palchi. Con progetto dell’architetto Mannaioni, nel 1764 la platea assunse la tipologia a ferro di cavallo, nell’autentica tradizione del teatro all’italiana. Il teatro si estese ai locali del “bottegone” in Piazza Duomo, come testimoniano molti inviti alle rappresentazioni con ingresso dalla piazza; il complesso era dunque molto più ampio e comprendeva diversi spazi per il ristoro, lo svago e le altre destinazioni: sala da fumo, sala da ballo e ridotto, oltre a magazzini, cucine, sartoria e laboratori vari.
Nel 1860 il teatro viene intitolato al drammaturgo livornese Giovanni Battista Niccolini, del quale vengono rappresentate diverse commedie. Nel 1888 è il primo teatro della Toscana illuminato elettricamente, nel 1914 vengono realizzati il nuovo ingresso su via Ricasoli, un nuovo foyer, la galleria, il lucernario per illuminare la platea negli intervalli. L’Accademia degli Infuocati resta proprietaria dell’immobile fino al 1934, quando il teatro è ceduto alla famiglia Ghezzi.
Con l’avvento del cinema, anche il Niccolini subisce la sorte di molti altri locali: si converte in sala cinematografica fino agli anni ’70 quando la proprietà, con Roberto Toni e Carlo Cecchi, fonda la compagnia del Granteatro che, attiva per una quindicina di anni, riporta i locali all’originaria destinazione eseguendo nei primi anni ’80 anche un restauro. Nel 1995 inizia per il Niccolini un periodo di inattività finché nel 2006, con l’acquisto da parte di Mauro Pagliai, si avvia un’opera di restauro generale della struttura. In particolare sono stati recuperati, al piano terra, i locali destinati in passato a fondi commerciali, e si è quindi ricreato il foyer del 1914, oggi destinato a biglietteria, caffè e bookshop.
Pagliai lo compra nel 2006 dalla famiglia Ghezzi con l’intento di recuperare l’immobile, inutilizzato dal ’95 e pesantemente danneggiato dall’incuria e da un’occupazione studentesca (2002). Il lungo lavoro di ristrutturazione diretto dall’architetto André Benaim ha riportato la struttura – 406 posti e 4 ordini di palchi – allo splendore originale, iniziando dal rifacimento di facciata e tetto, col parziale contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, per passare poi all’interno, rinnovando di tutti gli impianti.
Il Teatro Niccolini oggi
Il nuovo Teatro Niccolini è finalmente un centro culturale polivalente dove, accanto alla stagione teatrale, troveranno spazio mostre e convegni.
Il 14 gennaio durante la manifestazione Pitti Uomo 89 il teatro ospiterà la performance site-specific dello stilista Marco De Vincenzo, uno dei migliori talenti italiani a livello mondiale, Womenswear Guest Designer del prossimo Pitti Immagine Uomo.
L’Opera di Santa Maria del Fiore ha incluso il Niccolini in uno speciale percorso turistico che interessa i visitatori provenienti da tutto il mondo.
A partire da fine aprile, primi di maggio la sala sarà infatti utilizzata ogni giorno, dalle 9 alle 17, per presentare in maniera continuativa un video della durata di 20 minuti che vuole preparare il pubblico alla comprensione dei monumenti di Piazza Duomo.
La stagione vera e propria, con un cartellone denso di nomi e spettacoli di prestigio, sarà invece gestita dalla Fondazione Teatro della Toscana.
Al piano terra sono presenti un caffè e un bookshop con le più importanti novità del gruppo Polistampa e una selezione di titoli sul teatro e sul patrimonio del complesso monumentale dell’Opera del Duomo.
Accidenti, i posti disponibili per le visite guidate sono già tutti esauriti! Sono andati a ruba…
P.S. ma solo io ricordo di averci visto almeno una volta un film, agli inizi degli anni Duemila? Forse era aperto solo saltuariamente? Oppure è principio di Alzheimer?
Ciao Martigna so che era un cinema per un certo periodo ma non so fino a quando.