11 Agosto 2017 • Nessun commento

Trattoria Moderna

Ristoranti

Qualche sera fa sono stata a cena in un ristorante aperto da tre mesi che mi è piaciuto e ho deciso quindi di parlarne sul blog: Trattoria Moderna. Aggiornamento 2021: ha chiuso.

Si trova accanto all’hotel Mediterraneo, sul Lungarno del Tempio, in pratica all’angolo, prima di svoltare in viale Amendola e arrivare in piazza Beccaria (prima al suo posto c’era l’Outside bistrot).

L’arredamento post industriale / moderno è caratterizzato da toni scuri, gigantesche lampade, tavoli in legno e metallo, senza tovaglie … però non è un ambiente freddo, non a caso c’erano diverse coppiette a cena.

Un menù attento alla stagionalità e alla ricerca del prodotto

Il menù è molto corto con 4 antipasti, 4 primi e 4 secondi, più un menù degustazione a tavola con lo chef.

Dire che lo chef è attento la stagionalità è dir poco. La ricerca del prodotto giusto, sia in termini di distanza che di reperibilità, è uno degli elementi clou di questo ristorante, che tuttavia viene definito trattoria per ricordare che, nonostante la tecnica sia evidente, il risultato finale vuole mantenersi semplice, sia nella preparazione che nella presentazione del piatto, e con ricette che ci riportano alla cucina tradizionale (in menù c’era persino l’uovo alla coque al cacio e pepe!).

A un certo punto la cameriera ha usato una parola che mi ha colpito, e mi è piaciuta, ha definito la cucina di questo posto etica.

In cucina c’è Riccardo Serni, reduce da esperienze importanti presso “La Pineta” di Luciano Zazzeri a Marina di Bibbona, e il ristorante interno al Plaza de Russie di Viareggio, il “Lunasia” (una stella Michelin). Il suo legame col mare e la costa toscana è fin dalle sue origini, fra Bolgheri e Cecina. Inizialmente ammetto che mi sembrava un po’ presuntuoso (è molto sicuro di sè!) ma dopo averci parlato un po’ mi ha conquistata e mi ha pure rubato una foto insieme.

E’ una cucina moderna, non contemporanea. Quindi c’è sì una rivisitazione di piatti tradizionali, con qualche contaminazione fusion verso l’Asia – ah il mio amato wasabi! – ma i piatti mantengono un aspetto e un gusto da cucina quotidiana.

Io suggerisco di optare per il menù degustazione – 37 € per 4 portate, ovvero antipasto, primo, secondo e dolce – che cambia quasi tutti i giorni. Se ordinate alla carta probabilmente spendete di più (antipasti e primi 14-16 €, secondi dai 20 €) ma soprattutto vi divertite di meno. Io mi sono infatti affidata a loro, limitandomi a segnalare la mia intolleranza alle cozze, un vero peccato dal momento che erano previsti tagliolini verdi alla bietola, con un condimento a base di cozze (quando li ho visti al tavolo accanto, mi sembravano di molto buoni).

Per iniziare un piccolo amuse-bouche che ripropone la classica caprese, dove spicca piacevolmente il pepe (scopro poi che sui sali e sul pepe lo chef ha sviluppato una grande ricerca).

Come antipasto un carpaccio di baccalà con wasabi, su letto di misticanza. Il piatto dalla forma irregolare, e molto pesante, mi ha fatto domandare come faranno con la lavastoviglie. Anche sui piatti lo chef si è divertito.

Come primo, visto che non potevo assaggiare i bei tagliolini, mi hanno servito i ravioli al nero di seppia con ripieno di cacciucco e striscioline di seppia. Un piatto molto ben riuscito!

A seguire un cubo di tonno di grande qualità, ben cotto, accompagnato da una gustosa caponatina.

Il dolce era un cheesecake un po’ rivisitato, servito con mostarde di frutta, a memoria di una tradizione che vorrebbe il formaggio come chiusura del pasto. Il piatto è decisamente insolito (sotto era vuoto).

Per quanto riguarda il bere, ogni piatto aveva il suo bicchiere abbinato. Siamo partiti con una bollicina, l’antipasto era accompagnato da un mini cocktail a base di lime e vodka, con il raviolo è stato servito un calice di vino rosso e col tonno una Kapuziner Weissbier. Il dolce con un ottimo moscato.

Il cameriere in sala, Gabriele, che ha seguito lo chef dall’esperienza Zazzeri, è anche responsabile degli abbinamenti con le bevande. Sua l’idea di alternare il vino a cocktail e birra.


L’ho trovato preparato, attento, multilingue (passava dall’inglese a un ottimo francese con molta nonchalance) e bravo anche a sporzionare il pesce. Insomma a livello di servizio direi che ci siamo! Ho apprezzato molto anche la ragazza, mi pare si chiamasse Muriel, che si muoveva con molta eleganza fra i tavoli, come fluttuando.

Per essere un lunedì di agosto il ristorante era piuttosto pieno: non solo i turisti dell’hotel accanto, ma anche diversi fiorentini. Per ora è aperto solo la sera, da settembre anche a pranzo.

C’è una piccola parte di tavoli all’aperto, ma sei praticamente sulla strada, separato solo da una siepe, credo che sia meglio restare dentro. Ah, sono anche dog friendly: visti con i miei occhi entrare una coppia con un cane enorme al guinzaglio!

Concludendo: un ristorante non banale, una cena divertente (non mi capitava da tempo) e tanta curiosità di tornare e provare altri piatti. Ho sentito parlare di una pasta cacio e pepe notevole, e mi è rimasta la voglia, oltre che del tagliolino, anche della panna cotta con pesche e matcha. Più che consigliato.

Trattoria Moderna
Lungarno del Tempio, 52
50100 Firenze
Sito: www.trattoria-moderna.it
Tel. 055 2343693
Chiuso la domenica

Vedi la lista dei ristoranti –>



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