22 Aprile 2013 • 3 commenti
Una cena tosco siciliana da Semola, in mezzo ai capannoni
Bar e pausa pranzo • Mangiare fuoriIn questi giorni è tutto uno scoprire posti nuovi. Firenze ti regala sempre delle sorprese! poi vi racconterro’ gli altri. Venerdì sera sono andata a cena in un posto molto particolare: Semola. E’ un bar nato in una zona industriale a Sesto Fiorentino, in mezzo ai capannoni, che non esistono neppure su Google Maps (o meglio esistono gli edifici ma non le vie). Come zona siamo fuori dal centro storico di Sesto Fiorentino, sulla strada che porta verso I Gigli, fra un cinese, un corriere e una software house.
In mezzo a questi fabbricati da pochi mesi ha aperto un bar, gestito da padre e figlio con tanta passione. Un bar carino, arredato con molto gusto e colori, da un giovane architetto che ha unito plastica, legno e tanto verde (bella la parete di piantine, “copiata” da un mercato spagnolo). E alcuni dettagli graziosi, merito della compagna del proprietario che ha davvero molto buon gusto e un po’ di ironia: per esempio su una madia in legno ho notato un piccolo gufo e lei mi ha detto “Certo! perché Semola è anche il personaggio della Spada nella Roccia e il gufo…”.
Il bar fa pranzi di lavoro: “normali” al piano terra, un po’ più ricercati al primo piano, dove c’è una saletta riservata per pranzi e cene di lavoro, con un bella finestra a vista sulla cucina (enorme). Oltre a questo hanno deciso di fare anche la pasta – da cui il motivo del nome – da usare per loro o da rivendere ad altri ristoranti.
Ma poiché la passione per la cucina è tanta, soprattutto del padre che è di origini siciliane, hanno pensato di aprire questo spazio anche la sera, una volta al mese. E quale modo migliore se non inaugurare l’iniziativa con una cena siciliana?
Era da tempo che non mangiavo così bene. Sarà che è il giusto mix di cucina casalinga, sapori originali siciliani, mescolati a quelli toscani, o sarà la sopresa di scoprirli lì, dove non te li aspetti.
Andiamo con ordine. Ero con un’amica, lievemente in ritardo perché – non essendo pratica della zona – ci ho messo un bel po’ a trovare il posto (mi ha salvato Foursquare). Dopo esser entrate, siamo salite al primo piano per raggiungere il resto del gruppo (in tutto saremo stati neppure 30, la saletta per le cene è piccola): si trovavano in cucina dove stavano prendendo l’aperitivo attorno al tavolo, mentre il cuoco cucinava alle loro spalle! Viste le dimensioni della cucina, Francesco e suo padre hanno deciso di far degustare parte degli antipasti direttamente lì, in maniera molto conviviale. La cosa mi è piaciuta un sacco.
Complice una bollicina notevole, uno spumante brut rosè dell’Etna, Luna Nascente, ottenuto con una selezione di uve frappato, abbiamo iniziato alla grande. Se poi si considera che in carta viene 10 € è pazzesco. La linea comune dei vini che ci hanno servito è stata questa: produttori locali, poco noti, con prezzi contenuti.
Abbiamo accompagnato lo spumante con 2 varianti di Sarde a Beccafico: al forno e fritte. Servite calde, erano favolose!
Poi ci siamo spostati ai tavoli, apparecchiati in maniera semplice ma con piccoli accorgimenti graziosi. Dove ci hanno servito “U ammeru russo cu a caponata“, ovvero il gambero con la caponata fatta come faceva la nonna, ovvero lasciata a riposare 1 giorno in frigo e mezza giornata fuori! Era divina.Poi è arrivata l’aringa di Panarea “ca nsalata di tarocchi“, ovvero su insalatina di arance e finocchi, che sono un classico della cucina siciliana. E visto che alla mia commensale non piaceva l’aringa, mi sono presa anche la sua porzione! Eccezionale.
Altri due antipasti (per fortuna in porzioni mini, ma alla fine ero piena comunque): “u Tunnu tagghiuzzato e cunzato” e “u Pisci Spada fini fini sciaurito“. Il primo era una tartare di tonno, tagliata a mano dal padre, e condita con acciughe, capperi, senape. Favolosa.
Il pesce spada insolitamente tagliato fine era cucinato in due modi diversi: alla siciliana, in forno, con mentuccia, scorza d’arancia, pangrattato, e aromi vari, e alla toscana (su una ricetta vista a Montecatini) con olio d’oliva toscano e erba cipollina. Ottimo abbinamento e ottima idea.
Questi piatti erano accompagnati da un vino diverso: Sp 68 Arianna Occhipinti 2012, un bianco biologico composto al 50% Albanello e 50% Zibibbo, che ti conquista prima al naso e poi in bocca.
Visto che a questo punto della cena si passava dal mare alla terra, hanno pensato bene di servici un sorbettino limone e menta molto rinfrescante. Dopodichè via libera al raviolo, ovviamente fatto da loro, ripieno con melanzana e ricotta e condito con pomodoro arrostito e scaglie di ricotta. Ottimo.
E per finire l’agnello cotto in un modo che si ispira ai paesi africani, del resto la Sicilia è stata a lungo terra di “contaminazioni”: ecco quindi che la cottura avviene nel tajine con prugne, mandorle e tanto miele, e l’accompagnamento non poteva che essere con il cous cous con menta e uvetta. Piatto molto particolare. Non amo l’agnello, ma è stato un piatto che mi ha incuriosito molto. Con l’agnello abbiamo bevuto un ottimo Cerasuolo di Vittoria Maggiovini 2009, che si ottiene dai migliori grappoli, selezionati a mano, da vitigni di Nero d’Avola e Frappato. Un vino rosso nuovo nei sapori, se vogliamo.
Per chiudere la sorpresa: ti aspetti che il cannolo alla siciliana abbia la ricotta, e invece no! perché a Catania, sulle pendici dell’Etna, il cannolo si mangia ripieno di crema pasticcera. Ed ecco quindi una bella variante. Gustosa e forse meno impegnativa.
Bravi!
Io non so se anche alle prossime cene faranno un menù così ricco e impegnativo, pero’ devo fargli i complimenti. Per la passione e la capacità di trasmettere l’amore per la Sicilia. Sembrava più di essere in famiglia che al ristorante.
I prossimi appuntamenti dovrebbero essere “le tapas secondo noi” e una cena a base di pesce azzurro. Per tenersi aggiornati consiglio il sito e Facebook.
Semola Caffé
Via Luciano Lama 23 (ma tanto non esiste per i navigatori)
tel. 055 – 5383258
http://www.semolacaffe.it/
Lavoro nel mondo della ristorazione da 30 anni e le cose come vedo non sono cambiate passione,umiltà e costanza. Complimenti alle eccellenze del regno delle due Sicilie.
Grazie Elio per il tuo commento!
posso chiederti dove lavori?
[…] mi era capitato di assaggiare l’Etna Rosso di Girolamo Russo e altri vini meno noti a una cena siciliana doc. Ma la mia conoscenza si fermava […]