1 Ottobre 2013 • 2 commenti
Una cena scenografica al St. Regis
RistorantiGiusto una settimana fa, ho avuto l’onore di provare la cucina del St. Regis, lussuoso hotel in piazza Ognissanti. Fino a un paio di anni fa lì c’era il Grand Hotel, ora, dopo un po’ di interventi, che hanno visto un bel restyling anche delle camere (peccato non averle viste) e alcuni ambienti comuni, si è piazzato fra gli hotel top di Firenze. Non a caso è l’hotel dove Madonna soggiornò durante la tappa fiorentina del suo tour.
Così, in una Firenze semi deserta per colpa (o grazie?) dei Mondiali di Ciclismo, e durante una mite serata settembrina, sono entrata in questo bellissimo hotel. Provo sempre un mix di suggestione e di disagio a entrare in certi ambienti, come se fossi un po’ un’intrusa. Io posso venirci una sera a cena o a fare un aperitivo, ma non sono certo una cliente fissa dell’hotel. Guardo i raffinati clienti che alla Reception chiedono informazioni sui voli da Firenze e da Pisa e assisto a una scenetta divertente. Il concierge consiglia la Ryan Air, specificando che si tratta di una Low Cost. E uno dei 2 signori, di una certa età, chiede “is it safe?“. Probabilmente è abituato a ben altro! In ogni caso procedo, fra belle sale arredate con invitanti divani, luci basse, libri (che voglia di sedersi anche solo per sfogliare una rivista!) e arrivo nella sala da pranzo, o dovrei dire da cena.
C’è una serata speciale “Winery in a Kitchen“, ovvero berremo i vini di Lungarotti in accompagnamento a un menù concordato, realizzato sotto i nostri occhi (e sotto una videocamera) da 2 chef. L’executive chef Michele Griglio e l’ospite Ciro d’Amico, chef del ristorante Le Melograne (Le tre Vaselle Resport & Spa in Umbria). Il tutto con una ottima performance di Giuseppe di Biasi, un pianista capace di abbinare i piatti alle opere musicali (bravo davvero!). Alla mia sinistra si siede Paolo Pellegrini, prezioso commentatore della serata (una miniera di informazioni sul mondo del food!).
Iniziamo con un entréé decisamente coreografica. Apprezzo la pappa al pomodoro con gambero (ottimo!). Ci beviamo un Brut Millesimato Metodo Classico 2010.
Segue il vero e proprio antipasto, realizzato da Ciro, che si chiama “crudo e cotto di zucca e zucchine” e infatti comprende i due ingredienti cotti e crudi. La zucca è cotta e passata a setaccio, dopodichè sono unite uova e viene data la forma di gianduiotto. Sopra oltre ai fiori di zucca disidratati trova posto un rotolino di zucchine con gorgonzola piccante e alcune zucchine marinate con olio, olive, origano, peperoncino, ma senza sale. Alla fine un po’ di balsamico prodotto dalla famiglia Longarotti a Torgiano.
Come primo piatto Michele ci propone un piatto a base di cacciagione: raviolo con ripieno di lepre e fois gras, guarnito con funghi porcini locali (portati dal contadino!) e tartufo dal Mugello. C’è anche un’aggiunta di ribes rosso. Nell’insieme il piatto è buono, anche se io normalmente non mangio nè lepre nè fois gras. Comunque riconosco che era cucinato bene e gli ingredienti erano ottimi, forse giusto il tartufo non era all’altezza di tutto il resto… i funghi erano spettacolari. Come vino ci hanno servito il Torre di Giano Vigna il Pino Doc 2010, che è un bianco composto da Trebbiano e Grechetto (insolita l’idea di abbinare un bianco con i funghi, eh?).
Come secondo il cinghiale, ma presentato così non l’avevo mai mangiato (sembra un’opera cubista). A livello di consistenza è tenerissimo, grazie a una cottura lunga (12 ore) a temperatura bassa. E’ stato abbinato a dei rapi del Lago Trasimeno (e ci stanno davvero bene). Come contorno purè di cavolfiori e salame di cinghiale con ripieno di ricotta salata. Poi aggiunti frutti di bosco.
Ero un po’ perplessa e invece mi sono ricreduta. Un ottimo piatto, e peccato che Ciro non ci abbia rivelato il nome del miracoloso produttore di salame di cinghiale. Eccellente anche il rosso Rubesco Riserva Vigna Monticchio DOCG 2006, versato in bicchieri scenosi.
Infine il dolce proposto da Michele, la cui descrizione mi sono un po’ persa. Il gelato è alla menta e ci sono le nocciole.. ma non ricordo molto, tranne il nome “Fichi, menta e nocciole”.
Ecco infine i vini protagonisti della serata, dell’azienda vinicola Lungarotti di Torgiano (Perugia).
Nelli, ma…e la dieta ? 😀
infatti dopo quella cena il coach mi ha fatto a pezzi :-/